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La paracentesi è una procedura mediante la quale si asporta dall’addome una certa quantità di liquido, detto liquido ascitico.
Consiste nella puntura dell’addome mediante un particolare ago da parte di un medico esperto, il quale può avvalersi della guida ecografica.
Il liquido in addome può formarsi per molteplici cause: malattie di fegato come la cirrosi; infezioni come le peritoniti; infiammazioni come le pancreatiti; tumori dei visceri addominali (particolarmente importante quello dell’ovaio); malattie renali; scompenso cardiaco.
Si ricorre alla paracentesi o quando si vuole prelevare il liquido per analizzarlo o quando il liquido, sviluppatosi in eccesso, causa fastidio al paziente (dolore, affanno) limitandone le normali attività quotidiane.
Una volta prelevato a scopo diagnostico il liquido viene sottoposto ad una serie di analisi: esame chimico fisico, conta bianchi, esame colturale, esame citologico. Ciascuno di questi esami può fornire al medico importanti informazioni, ad esempio se vi sia infezione, se sia causato da neoplasia, e altro ancora.
L’altra indicazione della paracentesi è a scopo evacuativo, ovvero rimuovere una certa quantità di liquido dall’addome per alleviare la sintomatologia. Generalmente si ricorre alla paracentesi evacuativa soprattutto nel paziente cirrotico laddove egli non riesca più a rimuovere i liquidi in eccesso attraverso l’uso dei diuretici.
In caso di paracentesi evacuativa, rimuovere una eccessiva quantità di liquido e/o rimuoverla troppo velocemente può determinare problemi al paziente per alterazioni dell’emodinamica. Anche per questo motivo, durante la paracentesi è bene infondere una certa quantità di albumina umana.
Se la paracentesi viene effettuata a scopo diagnostico basterà prelevare 50 – 100 cc; laddove invece venisse effettuata a scopo evacuativo, si asporteranno maggiori quantità di liquido, chiaramente secondo il giudizio del medico operatore.
È bene specificare che una volta rimosso, il liquido tenderà a riformarsi in 2-3 settimane: in tal caso sarà possibile effettuare altre paracentesi successivamente.
Tecnica di esecuzione: dopo avere fatto sistemare comodamente il paziente a letto in decubito laterale sinistro, si individua con sonda ecografica il punto dove pungere, che in genere corrisponde ad un punto tra il terzo medio e il terzo inferiore della linea che idealmente congiunge l’ombelico con la cresta iliaca anteriore superiore. Quindi si introduce l’ago che sarà poi raccordato ad una busta. In genere il set è dotato di un rubinetto a tre vie, tale da consentire l’eventuale prelievo mediante siringa.
È buona norma misurare i parametri vitali prima e dopo la paracentesi.
Si lascia fluire il liquido avendo l’accortenza di cambiare la busta una volta riempita. Laddove il flusso si interrompa spontaneamente o laddove il medico decida di interrompere la centesi, si rimuove l’ago e si esegue medicazione compressiva.
Il medico al termine della procedura deve rilasciare referto dove indica le caratteristiche organolettiche del liquido asportato (colore, presenza di sangue, densità), la quantità del liquido asportato, i parametri vitali prima e dopo la centesi, la quantità di albumina infusa e se siano stati avviati esami diagnostici sul liquido.
Per quanto la paracentesi sia una procedura da eseguirsi in ospedale, operatori esperti, potendosi avvalere della guida ecografica anche al domicilio, possono effettuare tale metodica con relativa sicurezza e tranquillità anche al domicilio del paziente.
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