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Il fegato per la sua posizione è da sempre uno dei visceri addominali che meglio si presta alla valutazione ultrasonorografica. Difatti l’ecografia attraverso l’acquisizione di importanti parametri, consente una stadiazione di una eventuale malattia epatica.
Sotto guida ecografica è inoltre possibile praticare mirati ago aspirati nonché trattare terapeuticamente talune nodularità maligne ovviamente laddove vi siano le indicazioni (alcolizzazione, termo ablazione)
Per un corretto esame ecografico l’operatore esperto provvederà a studiare il paziente sia in decubito supino che laterale sinistro, attraverso i principali piani di scansione ( trasversale, longitudinale, obliqua, sottocostale, e intercostale). Talune circostanze come un marcato meteorismo intestinale oppure un ridondante pannicolo adiposo possono ostacolare l’esplorazione US in talune scansioni (soprattutto quella sottocostale): per tale motivo è bene studiare il viscere in tute le scansioni possibili.
I parametri da studiare in corso di ecografia sono:
- Dimensioni. Tra i vari parametri le dimensioni pur essendo poco significativo, è tuttavia scuramente quello più abusato e fonte di imbarazzo per l’ecografista e di angoscia per il paziente. Personalmente più che la banale misurazione dei lobi, ritengo sia più significativa la valutazione della morfologia degli stessi, che tende ad alterarsi in corso di malattie croniche.
- Margini e superficie. Il margine antero inferiore è quello più facilmente valutabile e che apparire arrotondato e frastagliato in corso di malattia.
- Ecotessitura. Lo studio della eco tessitura ( e non della eco struttura!) è quello che maggiormente impegna l’ecografista il quale sulla base della propria esperienza (a fronte di una buona regolazione dell’apparecchio), attribuisce un pattern a quello che vede, definendolo più o meno “ecogeno”. Difficile è spiegare il concetto di eco tessitura. Potremmo dire che è l’omogeneità in cui l’organo si presenta. A mio avviso, troppe volte, l’operatore inesperto e improvvisato abusa di talune definizioni: classico è il fegato steatosico (ovvero grasso) descritto al paziente sovrappeso. Lo studio della eco tessitura non può prescindere dalla trama che potremmo definire come la regolarità e la continuità dell’aspetto omogeneo di cui sopra. Causa di alterazione di questi due parametri sono i sovvertimenti causati da infiammazioni croniche (la più importante è la cirrosi) e le nodulazioni. I noduli (o lesioni focali) possono essere benigni o maligni. I noduli benigni più frequentemente descritti sono le cisti e gli angiomi. Tali lesioni essendo benigne e prive di possibilità di evoluzione in senso peggiorativo, non richiedono, come molti erroneamente ritengono, monitoraggio nel tempo. I noduli maligni sono in genere tumori primitivi e secondari (metastasi). Talvolta il nodulo può presentare caratteristiche ecografiche dubbie. In questo caso si può fare ricorso all’impiego del mezzo di contrasto che attraverso lo studio della vascolarizzazione consentirà una più fine e accurata definizione diagnostica. Nell’ambito della descrizione di un nodulo è bene che l’operatore indichi con accuratezza la sede. Il fegato infatti viene considerato diviso in otto segmenti.
- Sistema portale. Il fegato è attraversato da una vena chiamata Vena porta. Di questo asse vascolare si devono indicare il calibro (che può aumentare in corso di cirrosi o ridursi in caso di compressione ab estrinseco), la sua variabilità con gli atti del respiro, la regolarità del suo decorso, la sua pervietà, le caratteristiche del suo flusso all’ECD.
- Vie biliari. Sono canalicoli che trasportano la bile. Questi possono essere dilatati in caso di patologia ostruttiva o litiasica
- Vene sovra epatiche. Sono tre vasi venosi il cui calibro può modificarsi o per patologie compressive o per patologie cardiache che ne influenza il “riempimento”
- Linfondi. All’ilo epatico in talune malattie croniche è possibile identificare la presenza di linfonodi che vengono definiti reattivi, ovvero conseguenza di altra patologia e non patologia a se stante
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