Ecografia osteoarticolare

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Quello Osteoarticolare è un altro campo di applicazione degli ultrasuoni.

Generalmente si accompagna allo studio delle strutture miotendinee viciniore.

Difatti la valutazione di cartilagini, piani articolari e componenti sinoviali/ossee non può prescindere da muscoli e tendini del comparto in esame.

Viene impiegata sia in ambito reumatologico internistico che ortopedico per la diagnosi di artropatie delle principali articolazioni (spalla e ginocchio soprattutto).

Inoltre l’ecografia osteoarticolare è considerato un esame di prima istanza per la diagnosi precoce della displasia dell’anca del neonato, che consiste nello sviluppo anomalo dell’articolazione dell‘anca che porta gradualmente la testa del femore a dislocarsi dalla cavità acetabolare.

L’ecografia dell’anca neonatale è un esame che va effettuato possibilmente entro il III mese di vita del neonato al fine di porre diagnosi di displasia congenita dell’anca in tempo utile per poterla correggere, senza ricorrere a metodi fastidiosi o addirittura cruenti (chirurgia).

L’anca è una articolazione formata dalla testa del femore che viene accolta nell’acetabolo, cavità destinata a far ruotare la coscia. Nel 3% dei casi, testa e acetabolo non collimano perfettamente: tale imperfezione (“displasia congenita”) può essere adeguatamente e opportunamente corretta mediante l’uso di divaricatori. In passato, laddove alla nascita l’esame clinico fosse suggestivo per la displasia congenita dell’anca (manovra di Ortolani) si ricorreva alla radiografia del bacino, esponendo il piccolo neonato a nocive radiazioni. Oggi l’impiego della ecografia è l’indagine di elezione per la diagnosi di displasia congenita, poiche consente di porre diagnosi con sufficiente precisione, ma senza esposizioni nocive.

Tecnicamente si impiegano sonde superficiali (con frequenze di 5-10 Mhz). Si pone il neonato in posizione laterale destra e sinistra con le gambe in semiflessione. Secondo la metodica di Graf, l’ecografista deve: riconoscere e descrivere le varie parti dell’articolazione (in particolare l’ecografista deve specificare se il nucleo di ossificazione della testa del femore è visualizzabile, per quanto questo non sia un indice di maturazione dell’anca) e tipizzare ovvero giudicare il grado di maturazione dell’articolazione. La tipizzazione viene seguita tracciando tre linee (linea base, linea acetabolare, linea dell’asse cartilagineo) che consentano il calcolo di due angoli: alfa (esprime il grado di sviluppo osseo dell’acetabolo e definisce il tipo di anca) e beta (esprime il grado di sviluppo cartilagineo dell’acetabolo e definisce gli stadi diversi all’interno dello stesso tipo).

L’esame si conclude con la prova dinamica che documenta la bontà delle escursioni articolari

Oltre che per la diagnosi della displasia congenita dell’anca neonatale, altri campi di applicazione dell’ecografia osteoarticolare sono: le infiammazioni, i versamenti articolari (di cui l’ecografia definisce sede, aspetto, entità, estensione), ematomi intraarticolari, lesioni tumorali benigni (per esempio cisti di Baker al cavo popliteo) e maligni

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