L’ elastosonografia tiroidea (o elastografia) è un ulteriore campo di applicazione della ecografia introdotto di recente e proprio per questo non disponibile routinariamente su tutti gli ecografi se non muniti di adeguato software. L’esame si esegue su paziente sdraiato con capo iperesteso per agevolare l’esplorazione del collo. L’operatore durante l’esame deve esercitare una lieve pressione mediante la sonda sul nodulo da insonorizzare. A questo punto il nodulo in questione verrà colorato con una scala che va dal rosso al verde.
Perché fare l’elastografia. Questa metodica serve a studiare il nodulo tiroideo, ovvero fornisce informazioni riguardo il grado di durezza del nodulo (attraverso gradazioni cromatiche): più è duro il nodulo e maggiori sono le probabilità che si tratti di un nodulo tumorale. In questo modo si possono limitare il numero di noduli da avviare, perché sospetti per neoplasia, all’esame citologico.
In pratica il pattern elastografico di ciascun nodulo viene confrontato con quello del parenchima tiroideo e classificato in una delle quattro classi di durezza:
- Classe 1 (omogeneamente verde): nodulo elastico come il parenchima circostante
- Classe 2 (prevalentemente verde): nodulo prevalentemente elastico
- Classe 3 (prevalentemente blu): nodulo prevalentemente duro
- Classe 4 (omogeneamente blu): nodulo anelastico
Va specificato che non suscettibili di una valutazione elastografica i noduli anecoici liquidi e quelli con parete calcifica.