Una delle ecografie più richieste da sempre è l’ecografia linfonodi.
Spesso gesti “innocui” e quotidiani come radersi, depilarsi, lavarsi, ci fanno incontrare piccole tumefazioni, che ci spingono di corsa dal medico, il quale subito prescrive ecografia linfonodi,ponendo in buona sostanza due quesiti: la tumefazione riscontrata è una linfoadenomegalia ? Se si, causata da che tipo di linfoadenopatia ??
Anatomia
I linfonodi possono essere profondi e superficiali. I linfonodi profondi utili da studiare sono quelli all’ilo epatico (cioè in prossimità del fegato), all’ilo splenico (vicino alla milza), e quelli retroperitoneali (più difficili da visualizzare). I linfonodi superficiali , di cui molto più frequentemente è richiesta l’ecografia, sono quelli laterocervicali e sovraclaveari, ascellari e inguinali.
Va subito chiarito che la visualizzazione ecografica di un linfonodo non significa necessariamente che sia suggestivo per malattia. I linfonodi “normalmente” possono essere individuati nel corso di una ecografia del collo, delle ascelle o dell’inguine.
Semeiotica ecografica
Ribadiamo il concetto che linfoadenomegalia non corrisponde a linfoadenopatia e che linfoadenopatia non significa necessariamente tumore.
L’ecografia attraverso l’individuazione di alcuni segni consente di suddividere i linfonodi in reattivi (ovvero post infiammatori e quindi benigni) e neoplastici (cioè sede di tumore).
Ovviamente questi segni che andremo a descrivere sono suggestivi ovvero non consentono diagnosi di certezza, possibile solo con la escissione chirurgica del linfonodo e con la successiva analisi istologica.
I parametri che si valutano sono:
- Dimensioni: in genere linfonodi piccoli inferiori al centimetro come diametro trasverso sono reattivi.
- Indice di rotondità: è il rapporto tra diametro longitudinale e diametro anteroposteriore. Se tale rapporto è uguale a 1, il linfonodo avrà forma sferica con maggiori possibilità che si tratti di linfonodo neoplastico. Se invece il rapporto è superiore a 1, il linfonodo apparirà di forma allungata, tipica dei linfonodi reattivi
- Margini: possono essere netti e regolari o sfrangiati e irregolari
- Presenza di centro germinativo. È una linea centrale ecogena tipica dei linfonodi reattivi.
- Ecostruttura : questo è un parametro importante, ma molto difficile da interpretare. Sulla interpretazione di tale parametro giocano un ruolo fondamentale la esperienza e la competenza dell’operatore.
- Pattern vascolare: questo parametro altamente specialistico può essere di ulteriore aiuto per una buona diagnosi differenziale. Anche in questo caso le capacità dell’operatore e la bontà dell’apparecchio giocano ruolo fondamentale.
Quadri patologici
L’ecografia linfonodi consente con una certa precisione di fare diagnosi differenziale di:
- Adeniti acute: trattasi di infiammazione acute (infettive, localizzate o diffuse) caratterizzate da linfonodi ingrossati ma non troppo, di forma allungata, con centro germinativo, albero vascolare ben evidente, margini irregolari
- Adeniti croniche: caratterizzate da linfonodi ingrossati, margini irregolari, centro germinativo evidente ma non molto, albero vascolare poco o nulla evidente
- Linfomi: linfonodi grossi, globosi, ad ecostruttura omogenea e uniforme, senza centro germinativo, margini netti e regolari
- Metastasi: linfonodi grossi, disomogenei, margini netti o sfrangiati, senza centro germinativo, albero vascolare presente
Conclusioni
A seguito del riscontro di una tumefazione superficiale è sempre buona norma sottoporla alla osservazione del proprio medico di fiducia.
L’ecografia è sicuramente indagine di primo livello che consente di acquisire subito informazioni, il cui valore diagnostico è molto influenzato dall’operatore.
Va ricordato che non tutte le tumefazioni debbano necessariamente essere linfonodi. Ad esempio una tumefazione del collo può tranquillamente essere un nodulo della tiroide, cosi come una tumefazione ascellare o inguinale può essere una idrosadenite, ovvero una infiammazione di una ghiandola sudoripara.
Anche in tale caso una buona ecografia consente una diagnosi differenziale