Ecografia renale

L’ecografia renale è un esame semplice, non invasivo, generalmente effettuato non solo quando vi sono sintomi preoccupanti come emissione di sangue con le urine o dolore al fianco, ma spesso anche a scopo preventivo, ovvero alla ricerca o meglio alla esclusione di malattie come neoplasie in fase del tutto asintomatica.

Più in particolare, le indicazioni fondamentali per l’ecografia renale sono:

  • Ricerca di calcoli a seguito di episodi quali coliche renali
  • Ripetuta presenza di sangue nelle urine (ematuria)
  • Bruciore o fastidio nell’urinare (disuria)
  • Sospetto di patologia neoplastica
  • Sospetto di una patologia malformativa
  • Ipertensione arteriosa cronica o diabete.
  • Monitoraggio dei pazienti affetti da insufficienza renale cronica, onde valutare nel tempo mutamenti nell’ “aspetto” dell’organo.
  • Valutazione del paziente che sia stato sottoposto a trapianto di reni, al fine di verificare il corretto funzionamento dell’organo stesso.

Prima di sottoporsi ad una ecografia renale è buona norma adottare alcuni accorgimenti, al fine di consentire una adeguata esplorazione all’operatore.

Si consiglia un digiuno di almeno 6 ore e nei due – tre giorni che precedono l’esame si raccomanda di astenersi da alcuni cibi e bevande che possono aumentare la presenza di gas intestinali, come alcolici, bibite gassate, verdure, legumi, frutta.

Altra raccomandazione per il paziente che debba sottoporsi ad una ecografia renale potrebbe essere ottenere una adeguata distensione idropinica della vescica, per esempio al fine di un esaustivo inquadramento diagnostico di ematuria.

Vi sono circostanze in cui, nonostante il digiuno e la preparazione alimentare, l’ecografista abbia difficoltà ad insonorizzare i reni (per esempio in caso di pazienti obesi). In tal caso l’operatore valuterà anche sulla scorta delle indicazioni, se prescrivere o meno esami di secondo livello come URO TC.

Molteplici sono le informazioni che gli ultrasuoni consentono di acquisire riguardo i reni con conseguenti diagnosi specifiche.

Un buona esplorazione ecografica (e quindi un buon referto) deve descrivere:

  • Presenza e sede. Il primo dato che deve essere fornito è se vi sono entrambi i reni, se sono nella loro normale sede anatomica e se hanno forma normale. In caso di assenza di un rene si parlerà di agenesia renale; in caso di presenza dell’organo in sede anomala come ad esempio la fossa iliaca, si parlerà di rene ectopico. In caso di reni fusi tra loro al polo inferiore, si parlerà di reni “a ferro di cavallo”.
  • Di entrambi i reni si devono misurare il diametro interpolare (valori normali 9-12 cm) e il diametro trasversale (valori normali 5-6 cm). È buona norma misurare anche lo spessore parenchimale. Va sottolineato che le dimensioni dei reni variano normalmente con l’età, aumentando fino ai 30 anni e riducendosi in vecchiaia.
  • Va sempre indicato se vi siano incisure o bozzature, spesso esiti di fatti infiammatori.
  • Ecogenicità delle diverse componenti: la corticale (esterna) e la midollare (interna). Si confronta la loro ecogenicità con quella dei parenchimi epatico e splenico. È un parametro molto utile in quanto consente diagnosi di malattie come glomerulonefrite e pielonefrite. Il suo limite è che si basa molto sul giudizio dell’operatore.
  • Presenza di lesioni occupanti spazio e loro differenziazione in solide e liquide. Le lesioni focali in base alla loro eco struttura possono essere iperecogene (per esempio angiomi), isoecogene (per esempio emorragia recente), ipoecogene (ascessi), anecogene (cisti). Inoltre di ciascuna lesione si devono descrivere la forma, la sede, la vascolarizzazione, la eventuale dislocazione dei vasi. Un dato interessante è che circa il 50% dei casi delle neoformazioni renali viene diagnosticato incidentalmente, avendo il paziente eseguito l’esame per altre motivazioni.
  • Presenza di calcoli. Un buona ecografia non solo deve identificare il calcolo e indicarne la posizione ma deve anche indicare se vi è dilatazione della via escretrice e di che grado questa sia. Il calcolo all’ecografia appare come una immagine iperecogena, ben delimitata, con cono d’ombra posteriore. La dilatazione della via escretrice (“idronefrosi”) può essere di quattro gradi, l’ultimo dei quali con grave sofferenza del parenchima.
  • Valutazione della vascolarizzazione parenchimale renale mediante color e power Doppler. Attraverso la misurazione degli indici di resistenza intrarenali è possibile identificare situazioni suggestive di stenosi dell’arteria responsabile di ipertensione resistente a farmaci. Inoltre l’impiego del mezzo di contrasto consente la valutazione di talune forme tumorali e il monitoraggio di processi infiammatori evitando così di ripetere TC ravvicinate nel tempo