Ecografia dei linfonodi

[et_pb_section][et_pb_row][et_pb_column type=”2_3″][et_pb_text admin_label=”Text” background_layout=”light” text_orientation=”left”]

I linfonodi sono ghiandole dislocate lungo il decorso dei vasi linfatici. Da un punto di vista funzionale essi fanno parte del nostro sistema immunitario, ovvero sono la prima difesa nei confronti di qualsiasi agente nocivo per il nostro organismo.

I linfonodi possono aumentare di dimensioni (linfoadenomegalia) ed essere interessati da malattia (linfoadenopatia) per molteplici cause: infiammatorie, infettive, allergiche, tumorali.

A causa della molteplicità delle patologie che possono esitare in un coinvolgimento linfonodale, identificarne la causa può essere arduo ed impegnativo.

L’ecografia dei linfonodi, unitamente ad alcuni esami ematochimici è una delle indagini che viene prescritta subito, in quanto, se effettuata da operatore esperto, può fornire numerosi informazioni atte a discernere fra una patologia benigna ed una maligna.

In particolare, all’ecografista viene richiesto, laddove possibile, di differenziare fra un linfonodo reattivo (ovvero un linfonodo interessato da patologia infiammatoria benigna, sia essa infettiva che non) e un linfonodo neoplastico.

Prima di entrare nello specifico, va comunque specificato che i criteri ecografici sono meramente suggestivi e non già diagnostici in maniera assoluta ed inequivocabile, così come l’esame istologico del linfonodo; pur tuttavia non è pensabile avviare al chirurgo per una biopsia escissionale qualsiasi individuo con una linfoadenomegalia, riservando invece a questa opzione invasiva solo i quadri fortemente suggestivi per patologia specifica.

I linfonodi anatomicamente possiamo dividerli in superficiali e profondi.

Per quanto riguarda i profondi con gli ultrasuoni è possibile studiare i linfonodi addominali, per quanto la loro valutazione possa essere inficiata da fattori come il meteorismo intestinale. Ovviamente trattandosi di organi addominali si impiegherà la sonda convex.

I linfonodi superficiali, che vengono studiati mediante la sonda lineare, di maggiore interessa ecografico sono quelli di collo (i più importanti dei quali sono i sottomandibolari, cervicali anteriori e laterali, sovraclaveari), ascella (interessati soprattutto nelle patologie mammarie) ed inguine (linfonodi superficiali e profondi).

I criteri ultrasonorografici da valutare in corso di esame sono:

  • Dimensioni. Va da subito chiarito che visualizzare un linfonodo con l’ecografia non è di per se indice di malattia: la disponibilità di attrezzature sempre più performanti consente di insonorizzare anche linfonodi normali. In genere vengono considerati fisiologici linfonodi di dimensioni inferiori al centimetro, così come vengono considerati patologici linfonodi superiori a 5 centimetri. In considerazione del range  particolarmente ampio, si ritiene poco attendibile la valutazione monodimensionale di un linfonodo.
  • Indice di rotondità. Ben più attendibile della semplice misurazione monodimensionale, tale indice è il rapporto tra DT e DAP. Un indice uguale ad 1 (linfonodo rotondo) è suggestivo per patologia neoplastica, mentre un indice superiore ad 1 (linfonodo allungato) è suggestivo per patologia benigna.
  • Presenza di centro germinativo. Il riscontro ecografico di questa banderella ecoica centrale è un parametro fortemente suggestivo per patologia benigna.
  • Margini. Questo è un criterio poco attendibile: la presenza di margini netti è suggestiva sia per linfonodo reattivo benigno che per linfonodo sede di linfoma.
  • Ecostruttura. Il riscontro di linfonodi omogeneamente ipoecoici fino all’ anecogenicità è un segno fortemente indicativo di malignità.
  • Pattern vascolare. Anche l’esame Doppler può fornire utili indicazioni per determinare la malignità o meno di un linfonodo, soprattutto mediante l’impiego di nuove metodiche come il power Doppler. Un pattern vascolare caotico disorganizzato con flusso a maggiori resistenze è tipico dei linfonodi tumorali.

Per quanto i parametri a disposizione siano molteplici va ribadito che esistono forme dubbie, di difficile interpretazione per le quali si raccomanda  l’approfondimento diagnostico con ulteriori esami e il monitoraggio nel tempo.

Laddove il sospetto di patologia neoplastica sia molto forte, si ribadisce la necessità di procedere a biopsia del linfonodo per esame istologico, non essendo spesso il solo esame citologico sufficientemente attendibile.

[/et_pb_text][/et_pb_column][et_pb_column type=”1_3″][et_pb_contact_form admin_label=”Contact Form” captcha=”on” email=”info@ecografia.napoli.it” title=”prenota subito il tuo esame” /][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]